Dresda è la Capitale della Sassonia, uno degli Stati che compongono la Germania. La sua storia è triste, da un certo punto di vista, accomunata a quella di diverse altre città che nella follia della seconda Guerra Mondiale le portò ad essere rase al suolo, ma è rinata, ricostruita, il simbolo che la libertà e la pace possono fare miracoli.
Dresda rinata
Dopo che le logiche di guerra, se così si possono chiamare hanno raso al suolo la città in due giorni di bombardamenti feroci, togliendo la vita ad un numero impressionante di persone, si parla di circa 40 mila vittime in due giorni, quasi tutti civili, Dresda è rinata, ricostruita e oggi è una città di notevole interesse turistico.
Famosa è la sua Chiesa simbolo, ricostruita, che con il suo nuovo splendore ricorda a tutti come il male può seminare terrore, morte e disperazione ma anche come la tenacia e la volontà prevalgano infine anche sul più atroce male.
Dresda è anche chiamata la “Firenze tedesca anche se in verità non si riescono a trovare tante analogie con il Capoluogo toscano. Attraversata dall’Elba (curiosamente un nome dall’assonanza italiana) e rappresentata anche da molti artisti italiani, Dresda resta tale e basta, con le sua caratteristiche e tipicità certamente più tipicamente tedesche che italiane.
Come è Dresda
Dresda si trova nel cuore della Sassonia di cui è capitale, a circa 160 Km da Berlino e prossima al confine con la Repubblica Ceca da cui dista solo 30 Km. La città è un esempio del caratteristico ordine tedesco, della sua organizzazione proverbiale e dell’antica cultura di questo popolo, rappresentato anche da diversi musei e centri culturali.
Nonostante siano passati molti decenni dai terribili bombardamenti del ’45, Dresda è ricostruita ma ancora tanti cantieri sono aperti per completare la definitiva ricostruzione grazie a fondi mondiali a questo dedicati.
Cosa vedere a Dresda
Una prima conoscenza della città la si può fare passeggiando nel suo Centro Storico che, nonostante tutto, conserva ancora mirabili esempi di architettura di un tempo, palazzi Barocchi, musei e importanti collezioni d’arte e poi il suo Castello, lo Zwinger, ma andiamo per ordine.
Un primo punto da visitare è il Neumarkt, il mercato nuovo ma siccome tutto è relativo, ci teniamo a dire che questo mercato fa parte della città a partire dal ‘500, in sostituzione del ben più antico Altmarkt, il mercato vecchio, purtroppo andato perso nei bombardamenti e non ricostruito.
Frauenkirche (la Cattedrale Protestante)
In Germania è predominante la Religione cattolica protestante e la Chiesa Frauenkirche rappresenta il maggior luogo di culto di questa religione. Rasa al suolo nel ’45 come la maggior parte della città, rimase a livello di macerie sino al termine dello scorso millennio quando grazie a contributi giunti da tutto il mondo si iniziò la ricostruzione terminata nel 2005.
L’ingresso alla Chiesa è gratuito anche solo per visite di tipo turistico ma è possibile anche salire alla cupola al costo di 8 Euro che però ne valgono la pena per le bellezze che si possono ammirare dall’alto di tale struttura.
Brühlsche Terrasse
Anche chi non parla una sola parola di tedesco comprende che stiamo parlando di una Terrazza: voluta dal Conte Heinrich Von Brühl, fu definita da Goethe “il Balcone d’Europa”. Da questa terrazza si gode un panorama favoloso sulla città e un colpo d’occhio eccezionale sui palazzi antichi della città.
distogliendo lo sguardo dal panorama, puoi assistere alle esibizioni dei tanti artisti di strada che animano questa eccezionale terrazza improvvisando spettacolini di ogni genere e musica.
Lo Zwinger
Parliamo del Castello di Dresda dotato di meravigliosi giardini che hanno poco da invidiare a quelli più rinomati di Versailles. Lo Zwinger a sua volta distrutto almeno in parte dai bombardamenti, è stato ricostruito e oggi è uno dei principali monumenti della città.
Insieme ad altri monumenti cittadini è stato insignito del titolo di Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco fino al 2009. Da tale data, per via della costruzione di un controverso ponte inviso all’Unesco, i titoli di Patrimonio dell’Umanità fu revocato, come se il valore artistico e culturale di tutto questo non ci fosse improvvisamente più.